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VITE DI CARTA La Poco Nota Vicenda degli Ebrei Stranieri Internati in Italia

Anna Pizzuti, curatore del database e del portale storico degli ebrei stranieri in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale presenta il suo libro Vite di Carta.

Proiezione del film, E42 da Cynthia Madansky, prodotto durante la borsa di studio presso l’Accademia Americana a Roma.

Nel 1938 le leggi razziali privarono della cittadinanza gli ebrei che aveva acquisito la cittadinanza italiana dopo il 1919 ed intimarono a tutti gli ebrei “stranieri” e ai “senza nazionalità” di lasciare il paese entro il 12 marzo 1939. Circa 9 mila ebrei riuscirono ad uscire con l’assistenza della Delasem e del Joint Distribution Committee. Altri 4000 che non avevano mezzi e un posto dove andare rimasero in Italia in una situazione precaria. Quando l’Italia entra in guerra nel 1940, Mussolini ordina l’arresto immediato di tutti gli ebrei stranieri che erano rimasti nel paese. L’ondata di arresti brutale provoca una notevole espansione sul territorio del già presente sistema di internamento civile con i campi di concentramento e luoghi di internamento per gli ebrei. Durante la guerra, circa 6.000 ebrei vennero internati provenienti sia dai territori di guerra sia quali deportati militari o come rifugiati che erano riusciti a passare il confine italiano strettamente controllato. Dalla fine della guerra circa 10.000 ebrei furono internati in Italia nei campi di concentramento e luoghi di confinamento. Dei circa 7.000 che si trovano nella Repubblica Sociale Italiana, 2.400 furono deportati nei campi di concentramento. Gli altri sono emigrati per la maggior parte negli Stati Uniti e alcuni in Palestina. Della loro vita rimangono migliaia di lettere, petizioni e richieste sepolte negli archivi della polizia e dell’agenzia della censura. Da questi resoconti di oppressione, Anna Pizzuti ha pazientemente estratto frammenti di vita, personalità, idee e speranze di coloro che sono stati intrappolati in un limbo di abuso, che dopo la guerra tutti coloro che sono sopravvissuti, considerava con gratitudine come un rifugio.

Anna Pizzuti è nata ad Alvito (Fr) nel 1949. Si laurea presso la Sapienza di Roma con una tesi sulle origini del fascismo in Italia. È stata insegnante di italiano e storia. È autrice di una ricerca generale sull’internamento degli ebrei stranieri durante il periodo bellico, pubblicata on line nel sito www.annapizzuti.it, dove sono disponibili un database che contiene un elenco dettagliato degli internati, in continuo aggiornamento, e un’ampia sezione documentaria.

La sua ispirazione in questo sforzo è sempre stato l’insegnamento di Primo Levi con la sua enfasi sulla conoscenza al di sopra di credenze e di emozioni. Dal 2006 si dedicò alla ricerca storica, concentrandosi sulle vicende degli ebrei che, provenienti da vari paesi europei sono arrivati in Italia prima o durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 2010 ha pubblicato il libro Vite di Carta, storie di ebrei stranieri internati dal fascismo (Donzelli). La sua ricerca porterà alla creazione di un data base completo sull’internamento fascista degli ebrei.
Al fine di condividere il suo materiale con gli studiosi e il pubblico, Pizzuti ha sviluppato un sito web (www.annapizzuti.it) contenente informazioni e dati sempre aggiornati e crescenti di tutti gli ebrei stranieri internati in Italia, informazioni dettagliate sui campi di concentramento e luoghi di internamento italiani organizzato per regione, una vasta indagine sulle leggi, i decreti, le pratiche e i regolamenti in materia di internamento dei civili ebrei, un’ antologia di saggi sui principali temi riguardanti le politiche in materia di profughi nei diversi paesi e di come si esse si collegavano, ampie informazioni sulla metodologia e sugli archivi, casi-studi e statistiche che vengono continuamente aggiornate. Il database è presente anche sulla risorsa online del Centro di Documentazione Ebraica di Milano in collaborazione con quello avviato da Francesca Cappelli della Scuola Normale di Pisa, scomparsa prematuramente durante il progetto. Pizzuti collabora con una rete di studiosi locali conducendo ricerche sulla seconda guerra mondiale e i rifugiati in Italia, Croazia, Germania e Svizzera.

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  • Organizzato da: ICI
  • In collaborazione con: Primo Levi Center