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Paolo Milano e Renato Poggioli- Serie Esilio e Creatività

Una serata dedicata a due figure fondamentali per il dialogo fra Italia e Stati Uniti, in particolare nel mondo della letteratura e degli studi di letteratura comparata: Paolo Milano e Renato Poggioli.
Paolo Milano si trasferì negli Stati Uniti nel 1938 a seguito delle leggi razziali rimanendovi fino al 1957; Renato Poggioli, antifascista convinto, lasciò anche lui l’Italia nel 1938, senza farvi più ritorno ma mantenendo saldi legami, tanto da fondarvi una rivista come Inventario.
Alla conferenza partecipano i professori Franco Baldasso e Mattia Acetoso, che parlaranno rispettivamente di Milano e Poggioli, e la figlia di Poggioli, Sylvia, corrispondente dall’Italia per NPR.

 

Paolo Milano (Roma, 27 luglio 1904 – Roma, 2 aprile 1988) è stato un critico letterario e giornalista italiano, conosciuto soprattuto per il suo ruolo di critico letterario del settimanale L’Espresso dalla fine degli anni cinquanta a metà degli anni ottanta. Già critico letterario de L’Italia letteraria e caporedattore della rivista Scenario,  in seguito alle leggi razziali del ’38, emigrò dapprima a Parigi, e quindi, nel 1940, negli Stati Uniti. Insieme alla moglie Rachel ed al figlio André visse per quindici anni a New York, dove insegnò storia del teatro alla New School for Social Research, quindi lingue romanze e letteratura comparata al Queens College, collaborando in inglese con vari giornali e periodici. Negli anni cinquanta, insieme agli amici Nicola Chiaromonte, Dwight Macdonald, Niccolò Tucci, Mary McCarthy promosse il dialogo tra intellettuali americani ed europei al di fuori degli schieramenti imposti dalla guerra fredda. Nel 1957 rientrò in Italia e dal 1958 fino alla metà degli anni ottanta fu critico letterario del settimanale L’Espresso.
Nel 1991 Adelphi pubblica Note in margine a una vita assente, un’antologia dai suoi diari milanesi degli anni 1947-1955, edita da Laura Gonzales. Due anni dopo, nel 1993, la stessa Gonzales cura la pubblicazione per la casa editrice Sestante di un racconto breve, Racconto Newyorkese, che Milano scrisse nel 1953 sviluppando la trama da una vicenda a lui riferita da Saul Bellow (che all’amico Paolo Milano aveva dedicato nel 1947 il suo secondo romanzo La vittima).

Renato Poggioli (Firenze,16 aprile 1907  – 3 maggio 1963), è stato un accademico italiano specializzato in letteratura comparata. Dal 1938, visse negli Stati Uniti. Al momento della sua morte, era Direttore del Dipartimento di letteratura comparata all’Università di Harvard. Scrittore e traduttore prolifico, conoscitore di ben cinque lingue, è considerato uno dei fondatori della disciplina accademica della letteratura comparata negli Stati Uniti.

Nel 1929 conseguì il dottorato in lettere con specializzazione in letteratura slava all’Università di Firenze, lavorando anche come traduttore e critico. Nel 1931-32 fu professore presso l’Università di Praga. Nel 1938 Poggioli, che desiderava lasciare l’Italia fascista, venne negli Stati Uniti con la moglie per insegnare in un programma estivo nel Vermont. Praticamente fin da subito, fu coinvolto in iniziative antifasciste che portarono nel 1939 alla creazione della Società Mazzini, di cui fu anche presidente ad interim. Poggioli ha insegnato allo Smith College, alla Brown University, e nel 1946/47 fu visiting professor ad Harvard. Il progetto più ambizioso di Poggioli in quel periodo fu la creazione, con lo scrittore italiano Luigi Berti, che si trovava a Firenze, del periodico letterario italiano Inventario (1946-1963) al quale Poggioli contribuì con numerosi articoli e traduzioni. La pubblicazione aveva lo scopo di esporre i lettori italiani, i cui orizzonti erano stati per anni ristretti dalla censura di Mussolini, ad una vasta gamma di nuovi sviluppi nella letteratura contemporanea di tutti i paesi. Ha pubblicato opere letterarie e critiche di e su scrittori importanti quali Giuseppe Ungaretti, Pablo Neruda, T.S. Eliot, Vladimir Nabokov e Boris Pasternak. La magnum opus di Poggioli, la sua Teoria dell’arte d’avanguardia, che tracciava il legame tra l’ avant-guarde del ventesimo secolo e l’eredità del Romanticismo del diciannovesimo secolo, apparve per la prima volta in Inventario.

Nell’autunno del 1947, l’Università di Harvard, nell’ambito della continua espansione del dipartimento di studi slavi, assunse Poggioli che ne divenne direttore nel 1951 passando, nel 1952, a dirigere il Dipartimento di letteratura comparata; incarico che mantenne fino alla sua morte, causato da un incidente d’auto.
Poggioli è brevemente menzionato nel romanzo di Saul Bellow del 1964, Herzog.

Relatori:

Sylvia Poggioli, figlia di Renato, è corrispondente Europeo per NPR e scrive di politica, economia e cultura in Italia, Vaticano, Europa occidentale ed i Balcani.

Franco Baldasso (Ph.D, New York University) è direttore di Studi Italiani, professore associato di italiano, e direttore del programma  Study Abroad per Italia al Bard College.

Mattia Acetoso è professore associato di italiano al Boston College. Ha conseguito il PhD a Yale University nel 2012.

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