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THE BOXER

L’Ambasciatore italiano all’Huffington Post annuncia l’esposizione del capolavoro di bronzo “Pugile a riposo” al Metropolitan Museum of Art di New York, nell’ambito dell’anno della cultura italiana negli Usa.

La statua bronzea conservata nel Museo Nazionale Romano venne alla luce nel 1885, a Roma, sul versante meridionale del Quirinale, durante i lavori per la costruzione del Teatro Drammatico Nazionale. L’area era anticamente occupata dal complesso delle Terme di Costantino (315 d.C.), dove l’opera fu verosimilmente trasferita come elemento di arredo. La statua, oggetto di numerosi studi, è stata variamente datata dalla fine del IV sec. a.C al II sec. a.C.

Il personaggio, facilmente identificabile come pugile per i guantoni indossati, è colto nel momento successivo al superamento di uno scontro, mentre siede su una roccia per riposare il corpo e la mente dalla snervante tensione del combattimento. Qualcosa richiama la sua attenzione e lo induce a voltare la testa di lato: forse l’acclamazione degli spettatori, o l’ingresso del suo prossimo avversario?Raffigurato in nudità atletica, il pugile indossa i guantoni e una sorta di sospensorio del membro virile (kynodésme), funzionale all’attività agonistica e segno di decoro. Le spalle larghe e la costituzione longilinea manifestano una predisposizione fisica per il pugilato, conforme ai canoni dell’epoca. Il torace è vigoroso, anche se un certo appesantimento dovuto all’età traspare intorno alla vita; e anche il volto, dalla barba ben curata, è quello di un uomo maturo. Nonostante la spossatezza, la muscolatura delle braccia e delle gambe rimane in tensione, come se il campione fosse pronto a rialzarsi per affrontare uno scontro successivo.Al contrario del corpo, illeso, il volto è ferito, coerentemente con la tecnica pugilistica antica che vedeva nella testa il principale bersaglio. L’occhio destro è tumefatto; il setto nasale è schiacciato, e l’uomo respira attraverso la bocca.

Lo schema iconografico si ispira a due statue di Eracle scolpite da Lisippo del IV  sec. a. C., assimilando così il riposo dell’atleta vincitore a quello del mitico eroe che incarna gli ideali del valore e della forza. È dunque possibile che l’opera intendesse celebrare un pugile mitico o realmente esistito, glorificato per le virtù della resistenza e del coraggio.