BEARING WITNESS. Reporting from the front four decades of war
Dal 26 maggio al 23 giugno 2023
Mostra Fotografica di FAUSTO BILOSLAVO
Con Francesco Semprini
Curata da Giorgia Rivera
Gli occhi iniettati di sangue di un bambino-soldato che, nonostante la sua età, ha già visto troppo, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che teme di venir passato per le armi, l’ultimo filo di vita a cui sono appese le pupille di un ferito. Sono gli occhi della guerra che si sovrappongono nei reportage dalla prima linea. Ma gli occhi della guerra siamo anche noi, giornalisti, fotografi, videomaker fatalmente attratti da conflitti di ogni sorta, dimenticati o alle porte di casa. Non possiamo starne lontani, perché i reportage e le guerre non sono solo una professione, ma la nostra vita e la nostra passione.
La mostra “Bearing Witness” (essere testimoni) copre gli ultimi quarant’anni di conflitti, partendo dal Libano nel 1982, attraversando l’Africa rosso sangue, le guerre al crocevia dell’Asia, passando per il Medio Oriente senza pace fino ad arrivare ai conflitti nel cuore dell’Europa.
FAUSTO BILOSLAVO
Girare il mondo, sbarcare il lunario scattando foto o scrivendo articoli e la ricerca dell’avventura hanno spinto Fausto Biloslavo a diventare giornalista di guerra. Classe 1961, il suo battesimo del fuoco è un reportage durante l’invasione israeliana del Libano nel 1982. Un anno dopo con Almerigo Grilz e Gian Micalessin fonda l’agenzia stampa di freelance Albatross Press Agency. Negli anni Ottanta copre le guerre dimenticate dall’Afghanistan all’Africa fino all’Estremo Oriente. Nel 1987 viene catturato e tenuto prigioniero a Kabul per sette mesi. Liberato grazie all’intervento dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga torna nel 1989 in Afghanistan, durante il ritiro sovietico, dove è vittima di un attentato che gli procura gravi ferite.
Nell’ex Jugoslavia racconta tutte le guerre dalla Croazia alla Bosnia, fino all’intervento della Nato in Kosovo. Nel 1997 viene inviato in Cecenia a liberare il fotografo Mauro Galligani, ostaggio dei guerriglieri. Biloslavo è il primo giornalista italiano ad entrare a Kabul liberata dai talebani dopo l’11 settembre. Nel 2003 si infila nel deserto al seguito dell’invasione alleata che abbatte Saddam Hussein. Nel 2011 è l’ultimo italiano ad intervistare il colonnello Gheddafi durante la rivolta. Negli ultimi anni ha documentato la nascita e caduta delle tre “capitali” dell’Isis: Sirte (Libia), Mosul (Iraq) e Raqqa (Siria). Nel 2021 segue la drammatica evacuazione dall’aeroporto di Kabul e poi entra in Afghanistan conquistato dai talebani. Nel primo anno dall’invasione russa dell’Ucraina ha passato oltre quattro mesi su tutti i fronti del conflitto.
Biloslavo lavora per Il Giornale, quotidiano nazionale italiano e collabora con il settimanale Panorama e il network tv Mediaset. Sui reportage di guerra ha pubblicato “Prigioniero in Afghanistan”, “Le lacrime di Allah”, il libro fotografico “Gli occhi della guerra”, il libro illustrato “Libia kaputt”, “Guerra, guerra, guerra” oltre ai libri di inchiesta giornalistica “I nostri Marò” e “Verità infoibate” e il recente “Ucraina nell’inferno dell’ultima guerra in Europa”.
Biloslavo ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio giornalistico Cesco Tomaselli per il volume a fumetti “Libia Kaput”. In 40 anni sui fronti più caldi del mondo ha scritto oltre 7.000 articoli accompagnati da foto e video per le maggiori testate italiane e internazionali. E ha vissuto così tante guerre da apprezzare la fortuna di vivere in pace.
FRANCESCO SEMPRINI
Francesco Semprini è giornalista professionista e vive a New York dal 2001. Per La Stampa ha seguito le più importanti vicende politiche ed economiche degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite. È inviato di guerra ed ha coperto conflitti e aree di crisi in tutto il mondo, tra cui Ucraina, Afghanistan e Libia. Nel 2022 ha ricevuto la “UNCA Gold Medal Award” il più prestigioso riconoscimento dell’Associazione dei corrispondenti all’Onu, per aver seguito e raccontato la missione degli ispettori dell’Agenzia atomica delle Nazioni Unite (AIEA) verso la centrale nucleare di Zaporizhzhia nelle zone occupate dai russi. Semprini ha prodotto “Siete Mil”, documentario sulla crisi venezuelana e per Signs Publishing ha scritto “Twenty: the New American Century”. È inoltre coautore di “E’ la guerra bellezza” edito da Paesi.