Young Italians, è una mostra collettiva di opere di dodici artisti contemporanei italiani, curata da Ilaria Bernardi, e organizzata in collaborazione dall’Istituto Italiano di Cultura di New York e dall’Archivio Arte Italiana.
Concepita come tributo al 50° anniversario dell’omonima mostra, che si è svolta all’Institute of Contemporary Art di Boston e al Jewish Museum di New York nel 1968, che esponeva le opere di dodici giovani artisti italiani dell’epoca, Young Italians si propone di sostenere gli artisti italiani contemporanei, farli conoscere negli Stati Uniti promuovendo ciò che è peculiare dell’arte italiana contemporanea oggi. Pemette anche di tracciare un parallelo tra la scena artistica italiana nel 1968 e quella attuale nel 2018, facendo luce sulle idee e le nuove direzioni dei giovani artisti, sottolineando sia le caratteristiche uniche che i comuni denominatori dei lavori dei giovani artisti italiani oggi.
L’Italia ha una storia lunga e complessa che include differenze regionali, variazioni linguistiche, un’ampia gamma di cambiamenti politici, squilibri economici e movimenti artistici. Gli artist: Davide Balliano, Danilo Correale, Irene Dionisio, Antonio Fiorentino, Silvia Giambrone, Domenico Antonio Mancini, Elena Mazzi, Luca Monterastelli, Ornaghi e Prestinari, Gian Maria Tosatti, Eugenia Vanni e Serena Vestrucci analizzano e rispondono all’attuale clima sociale e politico italiano ma anche al patrimonio culturale italiano. Questi artisti italiani contemporanei vivono nel presente integrandolo, senza sforzo, perfettamente, anche con il loro passato. Sono consapevoli della loro storia e fanno riferimento ad essa mentre cercano il senso degli obiettivi nella loro arte. Artisti di età inferiore ai 40 anni, tutti nati, cresciuti -o che attualmente lavorano- in Italia. Sono inclusi anche artisti italiani che si sono trasferiti a New York, al fine di esaminare la misura in cui la cultura italiana è presente nel loro lavoro, e l’interazione tra le proprie radici e l’allontanamento da esse.
Nel libro Il complesso di Telemaco (Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2013) lo psicoanalista italiano Massimo Recalcati attribuisce alle nuove generazioni la medesima attitudine del personaggio omerico di Telemaco. Se proviamo a estendere la teoria di Recalcati anche a questi giovani artisti italiani di oggi, emerge una possibile chiave di lettura del loro lavoro. Come Telemaco durante la devastazione di Itaca dai Proci dopo la partenza del padre Ulisse, questi nuovi talenti italiani sono di fronte a una Patria (l’Italia) in crisi e dal futuro incerto, ma, come Telemaco, vogliono resistere e reagire a questa situazione critica, convinti che la riconquista della propria eredità (il passato e il presente del proprio contesto culturale) corrisponda alla riconquista del proprio avvenire. Così da un lato si appellano alle proprie radici (la storia dell’arte italiana, la sua manualità, le sue tecniche, materiali e fonti di immagine), dall’altro analizzano e agiscono sull’attuale realtà culturale, sociale, politica italiana per trovare alternative alle sue più cogenti problematiche.
La mostra all’Istituto Italiano di Cultura cerca di individuare i principali modi per farlo proposti da questi artisti che potrebbero pertanto essere definiti “Nuovi Telemaco”.
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